Inquinamento

Per inquinamento deve intendersi tutto ciò che altera in maniera significativa le caratteristiche fisico-chimiche dell’aria, dell’acqua e del suolo, interferendo con i naturali meccanismi di funzionamento degli ecosistemi e compromettendo la qualità della vita.

L’inquinamento ambientale come lo conosciamo oggi è nato insieme alla rivoluzione industriale, che ha portato con sé: l’emergere di grandi fabbriche, il consumo di enormi quantità di combustibili fossili, il grande volume di scarichi industriali chimici e il crescente carico di rifiuti antropici non trattati.  

L’inquinamento può realizzarsi sia a livello locale che a livello globale e spesso diversi tipi di inquinamento si combinano tra loro interessando più aree e/o elementi.

L’aumento di CO2 ha alterato il ciclo naturale: l’innalzamento delle temperature medie globali provoca lo scioglimento dei ghiacciai, l’espansione termica degli oceani, l’alterazione climatica e l’estensione di fenomeni meteorologici estremi (come alluvioni e uragani) con conseguente dissesto idrogeologico.

Spesso purtroppo, si verificano “reazioni a catena”: nelle città industrializzate, l’anidride solforosa presente viene trasformata in anidride solforica per attivazione dei raggi solari e successiva ossidazione, causando così la precipitazione di pioggia acida per acido solforico.

L’inquinamento acustico è dovuto ai rumori presenti negli ambienti e provoca sull’uomo effetti disturbanti per il fisico e per la psiche, condizionando lo studio, il lavoro, lo svago ed il sonno, può provocare lesioni all’orecchio e la perdita parziale o totale dell’udito, di solito crea senso di stanchezza, nausea, ipertensione, nervosismo, disturbi gastrici, mal di testa, difficoltà a concentrarsi e a dormire, vertigini.

L’elettrosmog (o inquinamento elettromagnetico) è legato alla presenza di campi elettromagnetici artificiali, può causare seri problemi di salute e ha effetti biologici. L’organizzazione mondiale della sanità, tramite la IARC (International Agency for Research on Cancer) classifica i campi elettromagnetici, sia quelli statici che quelli coinvolti nell’uso degli apparati cellulari, come possibile cancerogeno per l’uomo.

Esiste anche un inquinamento particolarmente subdolo, quello domestico, perchè dovuto alle esalazioni chimiche presenti all’interno delle case: il 40% dei materiali edili e di pulizia (vernici di mobili, detersivi che sprigionano vapori dannosi anche se chiusi, moquette, tessuti sintetici) possono causare effetti nocivi sugli abitanti.

I principali inquinanti sono: ossidi di azoto, ossidi dello zolfo (SO2 e SO3) e del carbonio (CO e CO2); composti organici volatili e in particolare idrocarburi aromatici mono e policiclici, alogenuri organici come i freon, ozono, radicali liberi (a emivita breve, come prodotto di reazioni chimiche e fotochimiche), piombo e altri cosiddetti metalli pesanti, il particolato.

Gli inquinanti hanno un ruolo in molte patologie: a carico dell’apparato polmonare, cardiocircolatorio, renale, del sistema immunitario, tumori, allergie, asma, malattie del midollo osseo, malformazioni.

Le sostanze scientificamente classificate come cancerogene per gli esseri umani sono: fibre di amianto, composti del cromo esavalente, cloruro di vinile, benzo[a]pirene, diossina, catrame, benzene raggi X e raggi UV.

Tra le principali fonti di rilascio di inquinanti si annoverano gli impianti chimici industriali, gli inceneritori, i motori a scoppio degli autoveicoli, l’agricoltura (a causa dell’uso di fertilizzanti e pesticidi), l’allevamento. 

Come affermato dalla FAO: «l’evidenza suggerisce che il settore dell’allevamento è la più importante fonte di inquinanti delle acque, principalmente deiezioni animali, antibiotici, ormoni, sostanze chimiche delle concerie, fertilizzanti e fitofarmaci usati per le colture foraggere e sedimenti dai pascoli erosi».

Nel 2009 la FAO ha stimato che il totale delle emissioni di gas serra attribuibili al settore zootecnico sarebbe maggiore del 18% e rappresenterebbe una quota pari o superiore al 51% delle emissioni totali prodotte dalle attività umane.

I molteplici e rilevanti fattori di impatto ambientale correlati all’allevamento di animali quali l’occupazione delle terre, la deforestazione, la degradazione del suolo, l’emissione di gas serra, l’inquinamento delle acque, la distruzione dell’ecosistema marino e lo sfruttamento intensivo della pesca, concorrono insieme a determinare un significativo impatto sulla biodiversità animale e vegetale.

La Commissione europea ha presentato nel 2007 un progetto di direttiva per condannare in modo uniforme i crimini ambientali all’interno dell’Unione europea. Attualmente la definizione varia notevolmente da uno Stato membro all’altro, con sanzioni spesso ritenuti insufficienti da parte della Commissione. I crimini affrontati da questo progetto sono:

  • Emissione illecita di sostanze pericolosi
  • Il trasporto illegale di rifiuti
  • Commercio illegale di specie in via di estinzione.

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